Ovviamente però non è che vi lasciamo così, sedotti e abbandonati: non possiamo certo dirvi “Salve, siamo Latteria Garbatella, la prima sala da tè a Garbatella, dovete solo venire da noi dalle 16.00 di ogni pomeriggio. Grazie. Ciao”. Non sarebbe nel nostro stile. Ma soprattutto, non ci permetterebbe di tener fede a uno dei nostri capisaldi: condividere la conoscenza.
Chi ci segue sa infatti che il nostro impegno maggiore è, oltre a fornire un servizio di livello, creare un circolo virtuoso: mettere a circuito ciò che si sa è secondo noi il modo migliore per crescere, come clienti informati, ma soprattutto come gestori competenti.
E quindi, lasciamo la parola all’esperta del tè di Latteria Garbatella: Francesca Ascenzi, la nostra International Tea Tester. Vai Francesca, raccontaci le radici millenarie di questa mistica pianta!
Viaggiate insieme a me, io vi guiderò…
Salute a voi, amici e lettori del blog di Latteria Garbatella!
Come vi ho già raccontato nell’ultimo post, per me il tea non è solo una bevanda: per me il tea è un modo di vivere. Certo, non è stato sempre così, ma da quando ho iniziato a conoscere questa pianta – o meglio, questa foglia – più da vicino, non ho potuto più fare a meno di studiarla, e conoscerne le caratteristiche e i benefici.
Quello che vorrei fare grazie a questo blog d è condividere con tutti e tutte voi la mia esperienza. Un viaggio iniziato proprio nei luoghi in cui il tea è stato impiegato per la prima volta nella storia, la Cina. Torniamo indietro di tremila anni quindi, e vediamo come nasce questa cultura millenaria. Perché quando lo incontri da vicino, il tea ha tutto un altro sapore.
Mille (e più) anni di tea e di me…
Quando pensiamo al tea, ci viene naturale associarlo a qualcosa che viene bevuto. Ecco il primo mito da sfatare: storicamente infatti le foglie di tea nascono come cibo, e non come bevanda. Negli antichi scritti cinesi risalenti a 3000 anni fa, si fa infatti riferimento al tè come ad una pianta le cui foglie vengono mangiate. Arrotolate, affumicate e messe in salamoia, oppure condite con sale, agli e grasso: ecco l’utilizzo che veniva fatto delle foglie di tea.
Il consumo di tea come bevanda risale invece al VII secolo circa (dopo Cristo, ovviamente), quando i mercanti cinesi, dopo aver fatto masticare le foglie di tea per 1600 anni alle popolazioni orientali, decisero di aprire i loro orizzonti. Le accurate ricerche di mercato made in China – mi permetto di scherzare con voi sull’argomento, visti gli ultimi rivolgimenti economici che vedono la Cina protagonista – portarono infatti i commercianti a smerciare la preziosa pianta ai monaci dei templi.
I monaci dal canto loro, studiosi e dediti alla meditazione come sono, misero in luce le caratteristiche organiche delle foglie del tea, che rendevano la bevanda da esse derivata perfetta per il consumo quotidiano.
Corroborante ed energetico, si scoprì da subito che consumare il tea come bevanda favoriva la concentrazione, oltre a purificare l’organismo (quello che noi oggi chiamiamo detox) e a mantenere attivo il metabolismo. È quello che diciamo sempre, no? Il tea fa bene, e può essere bevuto a qualsiasi ora!
Sembra quindi che la storia della bevanda che oggi conosciamo abbia avuto inizio tra le mura di templi lontanissimi nel tempo e nello spazio… Ma non è proprio del tutto vero!
Stando ad un’altra tradizione infatti, il primo a scoprire il tea fu Shennong, leggendario imperatore ed eroe mitologico vissuto intorno al 2700 a.C. Conosciuto come l’imperatore dei cinque cereali, viene considerato non solo il padre dell’agricoltura in Cina, ma soprattutto il primo a riconoscere le proprietà benefiche derivanti dall’infusione delle foglie di tea.
Si fa presto a dire infusione del tea…
La pratica dell’infusione divenne dunque il metodo di consumo del tea più diffuso. Ma numerose modifiche furono apportate a questa usanza con il passare dei secoli. Io conosco questi metodi, voi ne conoscete altri?
Inizialmente il tea veniva messo in infusione a foglie intere, unite ad altri ingredienti: ciò ne provocava la perdita dell’aroma originale. Per ovviare a questa problematica, qualche secolo più tardi l’infusione avveniva con foglie di tea spezzate e pressate in grandi torte. Mettere in infusione parti di questi panetti permetteva di mantenere inalterate le proprietà, l’aroma e l’essenza del tea.
Ma in seguito la tecnica venne ulteriormente affinata: dal X secolo d.C. infatti le foglie del tea venivano messe in un recipiente e in seguito vi veniva versata sopra dell’acqua, il calore della quale consentiva di sprigionarne l’aroma. Questa nuova metodologia portò all’impiego sempre più frequente della teiera, strumento introdotto sotto la dinastia dei Ming e di lì in avanti ritenuto imprescindibile per il servizio del tea.
Non solo Cina: il tea nel mondo
A partire dal IX secolo d.C. l’usanza di assumere il tea in forma liquida si diffuse anche nel resto del mondo orientale, di nuovo ad opera dei monaci. In Giappone fu il monaco Saicho a piantare per primo la pianta del tea, mentre al monaco Eisai si deve l’importazione dalla Cina del metodo di preparazione. E fu proprio il monaco Eisai che con la sua opera “Note sugli effetti curativi del tea” diede inizio della cultura del tea in senso stretto: da qui infatti si inizia a parlare del tea come di una pianta che allunga la vita.
E visto che il Vecchio Continente l’occasione per scoprire un elisir di lunga vita di certo non se la sarebbe fatta sfuggire per nulla al mondo, ecco che la nostra mistica pianta arriva in Europa. Sono gli Olandesi e i Portoghesi che nel XVII secolo tornano dai viaggi in Oriente con le loro imbarcazioni mercantili colme di seta, spezie e… tea.
Arriva un bastimento carico carico di… tea, in Latteria Garbatella!
Dalla Cina quindi il tea prende due vie: la terra e il mare. Sembra incredibile, ma il termine che nelle diverse lingue definisce questa bevanda, dipende proprio dalla strada percorsa dal tea durante le lunghe rotte commerciali.
Seguendo le vie di terra, il tea infatti arrivò in Russia, Asia Centrale, India e paesi Arabi. In queste zone quindi il tea prende il nome di Cha (o simili), che richiama la pronuncia delle zone più interne della Cina.
Arrivando per mare invece nel resto dell’Europa, il tea proveniente dalle zone costiere della Cina veniva definito con il termine Tei: una pronuncia che ci è molto familiare.
A ciascuno il suo… tea, in Latteria Garbatella
Abbiamo visto insieme quanto antica sia la storia del tea. Quanti secoli trascorsi per comprenderne le proprietà benefiche, e quanti modi diversi di assumerlo a seconda del periodo storico. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che anche oggi il tea si serve e si bene in modi totalmente diversi, a seconda della zona del mondo in cui ci si trova. Eh sì: perché il tea, soprattutto per alcune popolazioni, è parte integrante della cultura, degli usi e dei costumi.
Oggi il tea, nelle sue diverse qualità e miscele è infatti la bevanda più diffusa sulla Terra, subito dopo l’acqua. C’è chi lo beve con spezie e aromi, chi con molto zucchero, chi con il latte. E chi rabbrividisce al solo pensiero di aggiungere qualcosa ad una foglia il cui aroma è già perfetto così. Paese che vai, bevanda che trovi. Per esempio in…
…Ma non fatemi svelare tutto subito, altrimenti che gusto ci sarebbe a leggere il blog di Latteria Garbatella? Se siete tanto curiosi da non poter aspettare il prossimo post, veniteci a trovare in Latteria Garbatella. Avremo molto di cui parlare!
Vi aspettiamo quindi con la nostra selezione Damman di tea verde, tea nero aromatizzato e herbal tea. Ciascuno adatto ad uno specifico momento della giornata. Ognuno abbinato ai piatti del nostro menù.
Perché in Latteria Garbatella il tea si beve a tutte le ore!
Lattèria: conlaccentosullaè!
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