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C’era una volta il Bar della Nanetta


C’era una volta il Bar della Nanetta

C’era una volta il bar della Nanetta, famosissimo a Garbatella per essere uno dei bar “meno puliti” di Roma, per dirla diplomaticamente.

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Il Bar della Nanetta prende il nome dalla non proprio elevata statura della proprietaria, ed era famoso perchè era sempre aperto, fino a tarda notte.

Era consigliato acquistare solo prodotti confezionati, latte e sigarette. Per tutto il resto, a dirla come chi abita a Garbatella da sempre, “dovevi farti il segno della croce”. Altri ricordano anche: “potevi fare una giocata alla macchina del lotto, ma se volevi prenderti un caffè dovevi farti il segno della croce”. Questo è quello che dicono tutti: vox populi…

Noi siamo rimasti affascinati da questo locale nel 2012, e in tempi non sospetti già sognavamo di far rivivere questo spazio magico di Garbatella. Abbiamo sempre pensato infatti che questo fosse uno dei luoghi più caratteristici del quartiere, per storia e posizione. L’ormai ex Bar della Nanetta si trova infatti proprio sotto la statua della “Garbata Ostessa“, che dà il nome al quartiere, e di fronte al celebre murale “Vota Garibaldi“.

Siamo stati fortunati a conoscere il proprietario delle mura, che senza colpo ferire ci ha lasciato le chiavi di questo magico posto per quattro anni. Fino a quando nel 2015, con un’offerta “che non avrebbe potuto rifiutare”, siamo entrati e abbiamo cominciato, con non poche difficoltà, a realizzare il nostro sogno.

L’interno del Bar della Nanetta, come l’esterno o forse anche peggio, si presentava in condizioni che avrebbero fatto scappare il più sicuro degli ottimisti. Non si sarebbe potuto salvare nulla, eccetto una vecchia macchina del lotto trovata in quelli che attualmente sono i bagni della Latteria Garbatella.

Abbiamo tolto forse 5 pavimenti che si sono sommati nei quasi cento anni di storia di questo locale. Abbiamo bloccato i lavori di ristrutturazione per più di un mese per far respirare i muri e i pavimenti di questo locale: perché conosciamo il rispetto. E questo spazio, che sarebbe diventato casa nostra, casa dei nostri amici e casa di persone che avremmo incontrato nel tempo, meritava tutto il rispetto di questo mondo.

Meritava tutto il nostro tempo, tutto il nostro amore, tutte le nostre energie.

 

 

 


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